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Muore a 77 anni Sandro Mayer

A 77 anni, ci ha lasciato il giornalista Sandro Mayer; è morto nella notte, nell’ospedale San Raffaele a Milano.

Da 14 anni ormai era direttore di alcuni giornali di Cairo Editore, tra cui DiPiù Tv e DiPiù.

I colleghi si stringono in cordoglio sui social.

Vivevo a Napoli e mi sono formato ascoltando la gente dei bassi, mescolati ai discordi dell’aristocrazia partenopea. Poi ci trasferimmo a Milano e vinsi un posto fisso in Fiat ma non ci andai mai e partii per Londra, dove ho fatto il cameriere per imparare l’inglese

Questo l’inizio della sua storia.

Laureato in scienze politiche, all’inizio lavorava come traduttore.

Poi è arrivata la sua carriera nel mondo del giornalismo. Per 20 anni direttore di Gente, poi dal 2004 anche delle testate di Cairo Editore.

Ed è proprio con Gente che poteva vantare di aver avuto il record di copie vendute: «Edwige Fenech in costume da bagno, un milione e mezzo di copie. Ero convinto che a vendere fosse stata la sua bellezza, invece il distributore mi disse che era stata la dieta di Rosanna Lambertucci»

Sandro Mayer è stato per molti spettatori un volto molto più che conosciuto; è stato chiamato spesso come giudice, o solo a dare la sua opinione, in molti programmi, sia della Rai che della Mediaset.

Passando da Domenica In e Ballando Con le Stelle e arrivando fino a Buona Domenica.

Ha cambiato il mestiere di giornalista” questa l’opinione dei più.

I social si riempiono di omaggi e di bei ricordi, oltre che di immenso affetto per Mayer e grande sorpresa per l’accaduto.

Era capace di avere sempre una buona platea, mescolando tutti i ceti sociali, e questa formula era vincente.

In un’intervista al settimanale F, non molto tempo fa, ricordava come nel tempo avesse visto sfilare e cambiare nel tempo moltissimi personaggi famosi: «Un tempo erano molto più disponibili a parlare di sé. Avevano capito che gli conveniva: se entri nel cuore della gente e permetti che i giornali facciano di te un personaggio, la tua carriera si rafforza e puoi superare il fallimento di un film, che prima o poi capita a tutti».

Nei suoi molteplici anni di carriera ha intervistato anche personaggi molto di rilievo; tanto per citarne qualcuno, Gheddafi, Indira Gandhi e Ronald Reagan.

A proposito dell’ultimo, queste le sue parole: «Ero andato a Los Angeles per alcuni divi del cinema e si parlava solo di Reagan, un attore che stava per diventare presidente degli Stati Uniti. Comprai un biglietto sul suo stesso volo, ma quando fummo a bordo lui era nelle prime file con il suo staff, io ovviamente in ultima. Mi venne l’idea di chiedere di passare per andare alla toilette e fece il gesto di farmi passare. E io: “Sono qui per intervistare lei”. Lui senza battere ciglio disse: “Come on my friend” e mi fece sedere vicino a lui. Parlammo per il resto del viaggio».

Era anche un inguaribile romantico: «La mancia più ambita, mezza corona, me la lasciò una ragazza italiana che studiava a Cambridge. Quella moneta la conservo ancora e lei è diventata mia moglie».

Foto cafeinamagazine

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